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Cominciamo con i ringraziamenti a
Supertifo.it
da cui abbiamo attinto queste informazioni e veniamo finalmente al
dunque....
LA STORIA DEGLI ULTRAS
E' dall'inizio degli anni cinquanta che i tifosi di tutte le squadre hanno cominciato ad organizzarsi in club, a seguire sempre più numerosi la propria in trasferta, a promuovere ogni sorta di iniziative, da quelle celebrative a quelle coreografiche, seppure ancora pionieristico e rudimentale.
Già all'epoca delle Olimpiadi nell'antica Grecia esisteva la pratica del tifo anche se mancano testimonianze scritte e con il passare del tempo è cambiato il modo di sostenere i "colori" della squadra amata, lasciando immutata il concetto di "animazione", con la voce, le bandiere, gli striscioni.
Con l'esplosione del fenomeno calcistico in Italia nel periodo successivo al dopoguerra, i club organizzati dei tifosi si diffondono e moltiplicano rapidamente. Negli anni '60 si formano le prime vere strutture associative di tifosi, denominate "centri di coordinamento". Inoltre nascono dei club che coagulano tifosi più accesi e attivamente organizzati, come i "Fedelissimi", dicitura mutuata da innumerevoli tifoserie.
Fu il mago Helenio Herrera, allenatore della grande squadra neroazzurra, a dare impulso alla creazione di un coordinamento che fungesse da riferimento per la numerosa tifoseria interista. La storia del tifo organizzato in Italia inizia in questo modo: "Presidente Moratti, non comprendo perché non abbiamo tifosi quando giochiamo in trasferta" chiese il tecnico argentino. Da questa idea prendeva forma il primo gruppo di tifosi, i "Moschettieri neroazzurri", disposti a seguire gran parte delle trasferte, pagando lo scotto di costosi sacrifici. Da allora sono passati trenta anni ed il tifo organizzato è divenuto uno dei principali fenomeni di aggregazione sociale.
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